Ciao , non manca molto al solito tour-de-force estivo, dove gli accompagnatori
vivono più tra i monti che a casa propria. I rifugi sono aperti, le
giornate sono lunghe e calde, la gente ha le ferie, insomma ci sono tutte le
condizioni per mettere in piedi dei gruppi a cui far godere delle nostre
meraviglie montane.
E quindi vai di trek...
Questo vuol dire che questa newsletter subirà degli inevitabili buchi nella sua
distribuzione settimanale, per cui non aspettarla come ogni lunedì nella tua
casella postale.
Ma questo vuole anche dire che le risposte alle decine e decine di mail che mi
arrivano ogni giorno, non potranno avvenire in tempo reale, dato che non in
tutti rifugi sarà possibile collegarmi ad Internet e magari non ne avrò neanche
tanta voglia.
Nonostante la dieta estiva a base di polenta (che a te piacerà anche tanto, ma
per chi, come me, passa tre mesi di fila nei rifugi, alla fine esce decisamente
dalle orecchie), nonostante le notti trascorse in camerata a dribblare dentro il
sacco lenzuolo, nonostante i ben comprensibili problemi di evacuazione (visto
che la tranquillità del gabinetto di casa tua non la trovi di certo da nessun
altra parte), posso solo dire: BENVENUTA ESTATE.
In questa stagione si può finalmente salire di quota e si può vivere la montagna
dal di dentro, non con il solito mordi-e-fuggi delle gite giornaliere.
E, per dirla tutta fino in fondo, meno male che c'è l'estate, perchè se avessi
inventato un lavoro dove si campa lavorando solo il sabato e la domenica (più
qualche mercoledì), sarei semplicemente un genio... in realtà è nell'estate che,
chi vive di montagna (o di turismo in generale), fa il reddito per campare il
resto dell'anno. Lo dico soprattutto per chi sta pensando di fare della montagna
non solo la sua passione, ma anche il proprio lavoro.
Buona montagna Bicio
E se incontro... una vipera?
Un paio di settimane fa, con il gruppo che è salito sul Monte Suchello,
abbiamo incontrato un viperotto.
Come vedi siamo ancora qui tutti a raccontarlo, nonostante per molti di noi la
vipera rappresenti il "terrore degli escursionisti".
Vediamo allora di dare qualche dritta nel caso in cui questo incontro si ripeta.
Teniamo conto che non tutti i serpenti sono delle vipere, ma dato che non posso
fare qui un corso di erpetologia, facciamo finta che tu sia di fronte ad un
serpente e che sia veramente una vipera.
Il primo punto è che le vipere hanno più paura di noi, di quanto noi possiamo
averne di lei: basta non romperle le scatole e sarà lei che si allontanerà
pacificamente da noi. Spesso basta il rumore delle bacchette per avvisarla del
nostro arrivo e, se vuoi sederti su di un muretto o un mucchio di sassi (luoghi
che la vipera adora per prendere il sole), basta che tu faccia un po' di rumore
prima di appoggiarci le tue sante chiappe.
Può ugualmente capitare di pestarle la coda lungo un sentiero, anche perchè la
vipera fa del mimetismo un suo punto di forza. In questo caso potrebbe fare
scattare una sua reazione, che porta al morso con tanto di iniezione di veleno.
La vipera lascia due buchi profondi nella pelle che sono ben caratteristici,
cosa che non lasciano gli altri serpenti non velenosi.
Ecco cosa fare in questi casi (cose che non mi sono inventato io, ma ce li ha
raccontati un medico di pronto soccorso durante la recente sessione di
aggiornamento degli accompagnatori di media montagna):
- stare calmi (il veleno richiede parecchie ore prima di creare problemi
irreversibili)
- lavare abbondantemente la ferita con acqua
- se si possiede del tensoplast (la benda autoaderente) la si applica a
monte del morso stingendo con leggerezza, cioè senza arrivare a fare effetto
"laccio emostatico"
- nel frattempo chiamare il 118
Ma soprattutto ecco le cose da NON fare:
- incidere la ferita per succhiare via il veleno (così, se hai delle
ferite in bocca o delle carie, sarà anche il soccorritore da portare al
pronto soccorso)
- non usare il laccio emostatico che blocca la circolazione sanguigna,
tanto il veleno si propaga attraverso i ben più superficiali vasi linfatici
- non disinfettare con alcol, che può produrre con il veleno delle altre
sostante tossiche
Per fortuna l'antico siero antivipera non è più venduto in farmacia, dato che
la sua somministrazione creava più danni che altro, spesso mortali a causa di
shock anafilattici.
Ecco qui il link ad un bel
documento preparato dalla
sanità della Puglia, dove le vipere non mancano e ricordati che le
statistiche parlano chiaro: di vipera praticamente non si muore più.
Val Maira per doppi E-isti Data: 6-12 Settembre 2014
Difficoltà: EE
Scheda:
https://www.zainoinspalla.it/schede/valle_maira_EE.asp
2 posti liberi
Alla scoperta di una delle vallate meno battute del Piemonte:
la Val Maira. Una settimana di intense camminate e di puro divertimento
escursionistico
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Chi mi conosce, sa del mio debole per la Val Maira.
D'altronde a chi piacciono le montagne selvagge, un po' fuori dal mondo, con
panorami grandiosi, è difficile resistere a questa vallata.
Ci siamo stati in inverno per ciaspolare (la prima volta in assoluto, tanti anni
fa, ero andato in realtà a fare sci di fondo, ma allora le ciaspole non sapevo
ancora cosa fossero); ci siamo stati d'estate a fare facili camminate.
Quello che non avevo ancora proposto, erano le lunghe e toste camminate e questo
è quello che andrò a fare a settembre.
L'unico neo della valle è che non è dietro l'angolo ed è impossibile dedicarci
un weekend, per quanto lungo sia. Ecco il perchè della settimana, che prevede
queste escursioni:
- 1.giorno: giro ad anello intorno alla rocca Provenzale, la montagna simbolo della val Maira.
Avendo mezza giornata a disposizione, staremo in cammino circa 4 ore per circa 700m di dislivello
- 2.giorno: tour della Meja, un "bel bestione" di montagna, che offre
un percorso ad anello che vederla a 360°.La camminata è lunga (circa 20Km) con un dislivello totale
di 1250m, da fare in circa 7 ore tanto per vedere di che pasta siamo
fatti
- 3.giorno: salita sul Monte Scaletta. Anche oggi si farà un anello,
in un ambiente che parte dal bucolico per arrivare al roccioso-rognoso.
Il giro è un po' meno lungo di quello di ieri e il dislivello si
"riduce" a 1100m
- 4.giorno: tiriamo un po' il fiato, ma non la vista. E' la volta di
una traversata, che ci porterà al colle di Soleglio Bue, sotto la mole
rocciosa del Piutas. Staremo in giro circa 5 ore per un dislivello in
salita di circa 800m
- 5.giorno: si va su di un'altra cima, il Monte Soubeyran, toccando il
bivacco Bonelli. Anche oggi i nostri 1100m di dislivello non
ce li toglie nessuno e la camminata durerà circa 6 ore
- 6.giorno: sfiorando il tragitto del Monte Scaletta, arriveremo al
bivacco Enrico Mario e scenderemo al lago di Roburent per vedere da
vicino quello che avevamo visto dall'alto. Da qui rientreremo al bivacco
per scendere seguendo lo stesso percorso d'andata. E' un percorso "a
palloncino" con un tratto comune all'andata e al ritorno (il filo) e un
altro tratto ad anello (il palloncino, appunto). E se non andrai in
palloncino, ti godrai altri 1300m di dislivello in 7 ore
- 7.giorno: sarà anche l'ultimo giorno, ma non siamo mica qui per
cincischiare. Come si fa ad
abbandonare la Val Maira senza aver visitato il vallone della Gardetta
con l'omonimo rifugio e il Passo Rocca Bianca?
La camminata sarà di 4 ore per un dislivello di 600m, pochini (anche se
bellissimi), d'altronde dobbiamo anche rientrare alla base.
Aggiungo che saremo coccolati in una tipica struttura del posto, dove non
solo si sta da papi, ma si mangia da dio.
Della serie: di giorno si suda, ma di sera stireremo le gambesotaltaul
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