ZainoinSpalla
Newsletter n.16

Ciao ,
non manca molto al solito tour-de-force estivo, dove gli accompagnatori vivono più tra i monti che a casa propria. I rifugi sono aperti, le giornate sono lunghe e calde, la gente ha le ferie, insomma ci sono tutte le condizioni per mettere in piedi dei gruppi a cui far godere delle nostre meraviglie montane.
E quindi vai di trek...
Questo vuol dire che questa newsletter subirà degli inevitabili buchi nella sua distribuzione settimanale, per cui non aspettarla come ogni lunedì nella tua casella postale.
Ma questo vuole anche dire che le risposte alle decine e decine di mail che mi arrivano ogni giorno, non potranno avvenire in tempo reale, dato che non in tutti rifugi sarà possibile collegarmi ad Internet e magari non ne avrò neanche tanta voglia.
Nonostante la dieta estiva a base di polenta (che a te piacerà anche tanto, ma per chi, come me, passa tre mesi di fila nei rifugi, alla fine esce decisamente dalle orecchie), nonostante le notti trascorse in camerata a dribblare dentro il sacco lenzuolo, nonostante i ben comprensibili problemi di evacuazione (visto che la tranquillità del gabinetto di casa tua non la trovi di certo da nessun altra parte), posso solo dire: BENVENUTA ESTATE.
In questa stagione si può finalmente salire di quota e si può vivere la montagna dal di dentro, non con il solito mordi-e-fuggi delle gite giornaliere.
E, per dirla tutta fino in fondo, meno male che c'è l'estate, perchè se avessi inventato un lavoro dove si campa lavorando solo il sabato e la domenica (più qualche mercoledì), sarei semplicemente un genio... in realtà è nell'estate che, chi vive di montagna (o di turismo in generale), fa il reddito per campare il resto dell'anno. Lo dico soprattutto per chi sta pensando di fare della montagna non solo la sua passione, ma anche il proprio lavoro.

Buona montagna
Bicio


E se incontro... una vipera?

Un paio di settimane fa, con il gruppo che è salito sul Monte Suchello, abbiamo incontrato un viperotto.
Come vedi siamo ancora qui tutti a raccontarlo, nonostante per molti di noi la vipera rappresenti il "terrore degli escursionisti".
Vediamo allora di dare qualche dritta nel caso in cui questo incontro si ripeta.
Teniamo conto che non tutti i serpenti sono delle vipere, ma dato che non posso fare qui un corso di erpetologia, facciamo finta che tu sia di fronte ad un serpente e che sia veramente una vipera.
Il primo punto è che le vipere hanno più paura di noi, di quanto noi possiamo averne di lei: basta non romperle le scatole e sarà lei che si allontanerà pacificamente da noi. Spesso basta il rumore delle bacchette per avvisarla del nostro arrivo e, se vuoi sederti su di un muretto o un mucchio di sassi (luoghi che la vipera adora per prendere il sole), basta che tu faccia un po' di rumore prima di appoggiarci le tue sante chiappe.
Può ugualmente capitare di pestarle la coda lungo un sentiero, anche perchè la vipera fa del mimetismo un suo punto di forza. In questo caso potrebbe fare scattare una sua reazione, che porta al morso con tanto di iniezione di veleno. La vipera lascia due buchi profondi nella pelle che sono ben caratteristici, cosa che non lasciano gli altri serpenti non velenosi.
Ecco cosa fare in questi casi (cose che non mi sono inventato io, ma ce li ha raccontati un medico di pronto soccorso durante la recente sessione di aggiornamento degli accompagnatori di media montagna):

  1. stare calmi (il veleno richiede parecchie ore prima di creare problemi irreversibili)
  2. lavare abbondantemente la ferita con acqua
  3. se si possiede del tensoplast (la benda autoaderente) la si applica a monte del morso stingendo con leggerezza, cioè senza arrivare a fare effetto "laccio emostatico"
  4. nel frattempo chiamare il 118

Ma soprattutto ecco le cose da NON fare:

  1. incidere la ferita per succhiare via il veleno (così, se hai delle ferite in bocca o delle carie, sarà anche il soccorritore da portare al pronto soccorso)
  2. non usare il laccio emostatico che blocca la circolazione sanguigna, tanto il veleno si propaga attraverso i ben più superficiali vasi linfatici
  3. non disinfettare con alcol, che può produrre con il veleno delle altre sostante tossiche

Per fortuna l'antico siero antivipera non è più venduto in farmacia, dato che la sua somministrazione creava più danni che altro, spesso mortali a causa di shock anafilattici.

Ecco qui il link ad un bel documento preparato dalla sanità della Puglia, dove le vipere non mancano e ricordati che le statistiche parlano chiaro: di vipera praticamente non si muore più.

 
Val Maira per doppi E-isti

Data: 6-12 Settembre 2014
Difficoltà: EE
Scheda: https://www.zainoinspalla.it/schede/valle_maira_EE.asp
2 posti liberi

Alla scoperta di una delle vallate meno battute del Piemonte: la Val Maira. Una settimana di intense camminate e di puro divertimento escursionistico

Chi mi conosce, sa del mio debole per la Val Maira.
D'altronde a chi piacciono le montagne selvagge, un po' fuori dal mondo, con panorami grandiosi, è difficile resistere a questa vallata.
Ci siamo stati in inverno per ciaspolare (la prima volta in assoluto, tanti anni fa, ero andato in realtà a fare sci di fondo, ma allora le ciaspole non sapevo ancora cosa fossero); ci siamo stati d'estate a fare facili camminate.
Quello che non avevo ancora proposto, erano le lunghe e toste camminate e questo è quello che andrò a fare a settembre.
L'unico neo della valle è che non è dietro l'angolo ed è impossibile dedicarci un weekend, per quanto lungo sia. Ecco il perchè della settimana, che prevede queste escursioni:

  • 1.giorno: giro ad anello intorno alla rocca Provenzale, la montagna simbolo della val Maira. Avendo mezza giornata a disposizione, staremo in cammino circa 4 ore per circa 700m di dislivello
  • 2.giorno: tour della Meja, un "bel bestione" di montagna, che offre un percorso ad anello che vederla a 360°.La camminata è lunga (circa 20Km) con un dislivello totale di 1250m, da fare in circa 7 ore tanto per vedere di che pasta siamo fatti
  • 3.giorno: salita sul Monte Scaletta. Anche oggi si farà un anello, in un ambiente che parte dal bucolico per arrivare al roccioso-rognoso. Il giro è un po' meno lungo di quello di ieri e il dislivello si "riduce" a 1100m
  • 4.giorno: tiriamo un po' il fiato, ma non la vista. E' la volta di una traversata, che ci porterà al colle di Soleglio Bue, sotto la mole rocciosa del Piutas. Staremo in giro circa 5 ore per un dislivello in salita di circa 800m
  • 5.giorno: si va su di un'altra cima, il Monte Soubeyran, toccando il bivacco Bonelli. Anche oggi i nostri 1100m di dislivello non ce li toglie nessuno e la camminata durerà circa 6 ore
  • 6.giorno: sfiorando il tragitto del Monte Scaletta, arriveremo al bivacco Enrico Mario e scenderemo al lago di Roburent per vedere da vicino quello che avevamo visto dall'alto. Da qui rientreremo al bivacco per scendere seguendo lo stesso percorso d'andata. E' un percorso "a palloncino" con un tratto comune all'andata e al ritorno (il filo) e un altro tratto ad anello (il palloncino, appunto). E se non andrai in palloncino, ti godrai altri 1300m di dislivello in 7 ore
  • 7.giorno: sarà anche l'ultimo giorno, ma non siamo mica qui per cincischiare. Come si fa ad abbandonare la Val Maira senza aver visitato il vallone della Gardetta con l'omonimo rifugio e il Passo Rocca Bianca? La camminata sarà di 4 ore per un dislivello di 600m, pochini (anche se bellissimi), d'altronde dobbiamo anche rientrare alla base.

Aggiungo che saremo coccolati in una tipica struttura del posto, dove non solo si sta da papi, ma si mangia da dio.
Della serie: di giorno si suda, ma di sera stireremo le gambesotaltaul

 
 
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